Ciro e l'artrite, una malattia autoimmune
A fine settembre 2014, dopo 10 km di corsa, mi si bloccò il ginocchio destro.
Pensai: “Sarà il menisco!”
Mi sbagliavo, ma l’avrei scoperto solo in seguito.
Col passare del tempo, iniziai a piegare il ginocchio, dapprima appena appena, poi quasi completamente, anche se mi riusciva doloroso stare piegato sulle ginocchia.
All’equinozio di primavera del 2015, provai di nuovo a correre sulle colline emiliane, ma dolori lancinanti ricominciarono ad attraversarmi la gamba destra all’altezza del ginocchio.
A metà aprile anche il ginocchio sinistro cominciò a dolermi al punto che non riuscivo più a saltare i fossi o a correre.
Mi arresi al dolore. Mi recai dal dottore.
Il medico di famiglia mi disse: “Benvenuto tra gli anziani! Questi sono dolori che ti terrai per tutta la vita. Dall’artrite non si guarisce”.
Se le parole non furono proprio queste, questo fu il senso che mi rimase dentro.
Non poteva essere. Allora avevo “solo” 53 anni e dentro di me mi sentivo ancora come a vent’anni. Niente era cambiato. Non potevo accettare quanto stava accadendomi.
Tornato a casa andai su Amazon.com e ordinai una serie di libri per il mio Kindle scritti da persone che pur avendo l’artrite non si erano date per vinte e, a loro modo, l’avevano avuta vinta!
I libri li sceglievo leggendo l’estratto, senza sapere se erano scritti da un’autorità in materia o da un signor nessuno.
Per me, l’importante era il racconto della loro esperienza.
Il primo libro che lessi fu Conquering Arthritis, scritto da Barbara D. Allan, pubblicato nel 2011.
E fu una rivelazione.
In pratica lei spiegava che per eliminare la causa del dolore provocato dall’artrite era necessario innanzitutto scegliere con accortezza cosa mangiare e quando mangiare.
Fino ad allora avevo sempre ripetuto (come un asino) il detto di Ippocrate: “Sia il tuo cibo la tua medicina e la tua medicina sia il tuo cibo”; soprattutto perchè suonava bene .
Leggendo quel libro quella frase diventò reale.
Fu così che il 27/04/2015 iniziai a cambiare la mia alimentazione, persi quasi 10 kg in 50 giorni, passando da 92 kg a 82 kg, e corsi per la prima volta, dopo quasi 9 mesi (da fine settembre 2014 a metà giugno 2015), per 12 km.
I dolori, pur attenuati, erano sempre presenti e, dopo ogni corsa, duravano per settimane.
Correvo sui dolori delle corse precedenti e ne aggiungevo di nuovi!
Dopo quel libro lessi più di 100 libri di diete, diete intese come regimi nutrizionali, scelte di vita.
Mi sono fatto una piccola cultura!
Mi capitò con la nutrizione (2015 – Via della Conoscenza) quello che mi era capitato trenta anni prima con la chimica (1985 – Via della Conoscenza) e vent’anni prima con la biologia e l’ecologia (1995 – Via della Conoscenza).
Ad ogni libro scoprivo sempre qualcosa di nuovo e, intanto, sotto sotto, mi rafforzavo in alcune convinzioni.
Prima di tutto il cibo è informazione, è un segnale, forse il segnale più forte, che il DNA delle nostre cellule riceve ogni giorno, con la conseguente attivazione dei processi del metabolismo cellulare che seguono a cascata la trascrizione dei geni attivati.
A seconda di quando mangiamo, compresi i periodi di digiuno ad acqua, e di cosa mangiamo, il nostro metabolismo cellulare segue alcuni sentieri metabolici piuttosto che altri.
Fu così che scelsi di seguire la Via della Salute, in ambito nutrizionale, iniziando a:
- eliminare tutti i cibi “processati” (primo passo); per inciso, mi piace sempre ripetere Michael Pollan, che nel suo libro: Food Rules: An Eater’s Manual, ha scritto: “If it came from a plant, eat it; if it was made in a plant, don’t.”, anche se in questa “frase a effetto” il cibo animale, che per me è fondamentale, non viene menzionato,
- eliminare tutti gli zuccheri e i loro sostituti naturali e artificiali, quindi anche il miele (secondo passo),
- eliminare tutti gli oli di semi, oli di semi di lino e di canapa inclusi, quindi anche tutti i fritti fuori casa, (terzo passo),
- eliminare tutti i frutti/semi di Poaceae e Fabaceae, tranne al più concedersi di tanto in tanto un piatto di riso, avena o teff (una polentina), assieme a fagioli, lenticchie o piselli (quarto passo),
- eliminare il latte intero e scremato e tutti i lattoderivati di tipo low fat (quinto passo), e
- non ricorrere a integratori alimentari, sostanze nutraceutiche e farmaci che sarebbe come tornare ai cibi processati (sesto passo).
Il giorno 1 Luglio 2017, quindi 26 mesi dal cambiamento di dieta, corsi i 21 km senza patire alcun dolore durante e dopo la corsa.
Il giorno dopo non provavo nessun dolore e corsi felice come una pasqua altri 9 km.
Oggi sono praticamente pain-free!
Sono di nuovo libero dal dolore e salto su e giù dai tavoli come quando avevo ventanni!
L’aria che respiro, l’acqua che bevo e il cibo che mangio sono la mia medicina!
L’aria, l’acqua, i miei ortaggi, i miei frutti, le mie carni, le mie uova, e fra un anno o due, i miei funghi, da ora in avanti saranno la mia medicina.
Tanti aggettivi possessivi, ma tutti importanti, perché è importante non solo come le ricette vengono preparate e cucinate ma anche come gli ingredienti che le compongono vengono prodotti in azienda agricola a partire da un embrione di pianta o di animale, e da sole, aria, acqua e suolo.
Tra gli ingredienti non devono rientrare sostanze xenobiotiche come: fertilizzanti di sintesi, diserbanti, antiparassitari, ormoni, coformulanti e additivi vari.
Questi nel lungo periodo sono veleni per il nostro corpo, il nostro olobionte, la nostra salute. Essi nel tempo si accumulano mentre i nostri sistemi volti alla neutralizzazione e all’escrezione delle tossine (le sostanze xenobiotiche) ingerite prima si indeboliscono e poi si ammalano.
A voler essere pignoli, sono importanti anche le sostanze assunte dalla madre dell’embrione, perché esse contribuiranno a definire l’epigenoma delle cellule dell’embrione!
Ecco perché penso che mi dedicherò per sempre all’integrazione in azienda tra rete trofica naturale, agricoltura rigenerativa biologica, alimentazione e salute.
COSA SONO I CIBI REALI?
In tema di quali alimenti mangiare per mantenerci sani e “giovani”, gli ultimi libri e articoli scientifici convergono verso i cibi reali (Real Foods), i cibi fatti così come li produce Madre Terra.
Ma cosa si intende per cibi reali?
Per cibi reali si intendono i cibi che hanno tre proprietà:
- nessun componente viene loro tolto;
- nessuna sostanza viene loro aggiunta (nessun additivo);
- non sono stati sottoposti ad alcun processo post raccolta o post cattura, a seconda che si tratti rispettivamente di un’alga, una pianta, un fungo o di un animale, o, se sono stati sottoposti a processi, che gli organismi viventi di cui sopra siano stati minimamente processati.
Di seguito i processi riconosciuti come processi minimi.
Per le alghe, le piante e i funghi:
- pulizia dalla terra;
- eliminazione di altre piante presenti;
- eliminazione di animali, a qualsiasi stadio di sviluppo, presenti;
- eliminazione delle parti affette da malattie batteriche e fungine;
- eliminazione delle parti affette da rosure di animali invertebrati;
- lavaggio con acqua a temperatura ambiente;
- asciugatura;
- selezione per qualità e dimensione;
- taglio;
- fermentazione spontanea (wild fermentation);
- confezionamento;
- etichettatura;
- conservazione a freddo (refrigerazione, congelazione e surgelazione), possibilmente sottovuoto.
Per gli animali vertebrati (dove applicabile):
- tramortimento;
- dissanguamento;
- eliminazione corna e zoccoli, o becco, speroni, unghie;
- spellatura, o spennatura / spiumatura;
- eviscerazione;
- lavaggio carcasse con acqua a temperatura ambiente;
- lavaggio viscere con acqua bollente;
- asciugatura;
- frollatura;
- sezionamento, disossatura, macinazione;
- fermentazione spontanea;
- confezionamento;
- etichettatura;
- conservazione a freddo (refrigerazione, congelazione e surgelazione), possibilmente sottovuoto.
Fra i cibi salutari, oltre ai cibi reali, possiamo aggiungere anche alcuni cibi processati. Tali sono alcuni di quei cibi
- ottenuti da cibi reali a cui vengono tolte alcune componenti,
- ottenuti da cibi reali senza l’aggiunta di alcuna sostanza,
- ottenuti da cibi reali tramite processi meccanici a temperatura e pressione ambiente non ricompresi nella lista dei processi minimi.
Tali cibi, lo ripeto, non sono cibi reali, bensì cibi processati.
Mi riferisco, per esempio:
- all’olio d’oliva extravergine biologico (frangitura, gramolatura, torchiatura, centrifugazione; in questi processi elimino le parti solide di nocciolo, polpa e buccia e l’acqua),
- alla panna fresca d’affioro (grasso 35%),
- al burro di panna (affioramento, raccolta, zangolatura; grasso 83%),
- al mosto d’uva, di altri frutti (pigiatura, fermentazione spontanea senza inoculo, separazione e allontanamento della frazione solida) e di fiori.
Importantissimi, in realtà, sono anche gli ambienti e i processi di produzione a monte delle operazioni post raccolta e post cattura.
Madre Terra non produce i cibi reali secondo i metodi dell’agricoltura convenzionale, e sinceramente neanche secondo i metodi
- dell’agricoltura biologica,
- dell’agricoltura rigenerativa,
- dell’agricoltura biologica rigenerativa,
- dell’agricoltura biologica rigenerativa non industriale.
Ma queste ultime si avvicinano progressivamente sempre di più alle produzioni naturali.
In campo agricolo, la Permacultura cerca di mimare, per quanto possibile, i processi di Madre Terra, per cui tende a adottare i metodi dell’agricoltura biologica rigenerativa non industriale.
Ma non si può annullare la distanza tra l’azione dell’uomo e l’azione di Madre Terra: l’agricoltura era, è e sempre sarà un’attività che modifica e sfrutta Madre Terra ai fini umani.
Noi specie umana (di solito si dice genere umano come se ci fossero diverse specie umane, ma non mi risultano altre specie umane) possiamo solo imparare a impattare il meno possibile (Permacultura) su Madre Terra e, se fossimo intelligenti e caring, a lavorare sempre pro materia vivente e mai pro materia non vivente.
Cosa mangiamo ogni giorno?
Richiamiamo alcune definizioni di biologia:
Il mobiloma è l’insieme degli elementi genetici mobili di un genoma.
I mobilomi si trovano nei virus, nei procarioti (Bacteria e Archaea) e negli eucarioti.
- I virofagi (virioni che “infettano” altri virus) contribuiscono al mobiloma virale.
- I plasmidi (piccole molecole circolari di DNA che si replicano indipendentemente dal DNA cromosomiale) e i profagi (genomi di batteriofagi) sono i principali tipi di mobilomi nei procarioti.
- I trasposoni (segmenti di DNA che si possono muovere in differenti posizioni del DNA) sono i principali elementi genetici mobili negli eucarioti.
Con l’aria che respiriamo (Airborne Microorganisms), con l’acqua che beviamo e con il cibo che mangiamo, ogni giorno, senza accorgecene, immettiamo nel nostro corpo (mangiamo) anche:
- mobilomi, l’insieme di virofagi , profagi , plasmidi e transposoni,
- virus,
- batteria,
- archaea,
- alghe microscopiche e
- funghi microscopici.
Anche questi, che lo vogliamo o no, sono nostro cibo.
A parte questo cibo microbico, mangiamo soprattutto organismi eucarioti macroscopici, come alghe, piante, funghi e animali, interi o loro parti, loro secrezioni (nettare dei fiori, latti) e loro prodotti (mieli).
Richiamiamo inoltre il fatto che, attualmente, il dominio Eukaryota è suddiviso in 8 gruppi:
- Opisthokonta,
- Amoebozoa,
- Excavata,
- Archaeplastida,
- Stramenopiles,
- Alveolata,
- Rhizaria, e
- Incertae sedis, fra cui Haptophyta e Cryptophyta.
Source from Adl Sina, Simpson Alastair, Lane Christopher, Lukeš J., Bass David, Bowser Samuel, Brown Matthew, Burki Fabien, Dunthorn M., Hampl Vladimír, Heiss, Aaron, Hoppenrath, M., Lara Enrique, Gall Line, Lynn, D.H., Mcmanus Hilary, Mitchell, Edward, Mozley-Stanridge S.E., Wegener Parfrey Laura, Spiegel Frederick – 2012/01/01 – The revised classification of eukaryotes VL – 59 – Journal of Eukaryotic Microbiology

diete basate su cibi reali, ripartite per gruppo di organismi mangiati
WHOLE FOOD
Algae Based Diet
Algivoro
È la dieta di coloro che mangiano principalmente Alghe.
Gran parte delle alghe eduli ricadono all’interno di due gruppi di Eukaryota:
- Stramenopiles (sopragruppo SAR) e
- Archaeplastida
Fra gli Stramenopiles ricadono le Phaeophyceae (alghe brune).
Fra gli Archaeplastida, ci sono due sottogruppi in cui ricadono alghe commestibili:
- Rodophyta (alghe rosse) e
- all’interno del sottogruppo Viridiplantae, le Chlorophyta (alghe verdi).
WHOLE FOOD
Plant Based Diet
Erbivoro
È la dieta di coloro che mangiano principalmente Piante.
Le piante eduli ricadono tra gli Archaeplastida, gruppo Embryophyta, e, in gran parte, sottogruppo Spermatophyta che comprende Gimnosperme e Angiosperme.
WHOLE FOOD
Fungi Based Diet
FUNGIVORO
È la dieta di coloro che mangiano principalmente Funghi.
I funghi ricadono all’interno del gruppo degli Opisthokonta, così come gli animali.
WHOLE FOOD
Animal Based Diet
CARNIVORO
È la dieta di coloro che mangiano principalmente Animali.
Gli animali, come i funghi, ricadono all’interno del gruppo degli Opisthokonta, sottogruppo Metazoi, sottogruppo Eumetazoi.
CARNIVORI
Questo gruppo mangia solo cibi animali:
- Carni
- Pesci
- Uova
- Latti e latticini
ONNIVORI
Questo gruppo mangia di tutto:
- Carni
- Pesci
- Uova
- Latti e latticini
- Grani
- Legumi
- Noci e Semi
- Ortaggi
- Frutta
- Alghe
- Funghi
PESCETARIANI
- Pesci
- Uova
- Latti e latticini
- Grani
- Legumi
- Noci e Semi
- Ortaggi
- Frutta
- Alghe
- Funghi
VEGETARIANI
- Uova
- Latti e latticini
- Grani
- Legumi
- Noci e Semi
- Ortaggi
- Frutta
- Alghe
- Funghi
VEGANI
- Grani
- Legumi
- Noci e Semi
- Ortaggi
- Frutta
- Alghe
- Funghi
Cosa può mangiare un Carnivoro?
- Carni di Artropodi. In particolare, di crostacei decapoda macruri (aragosta, astice, gambero, scampo), brachiuri (granchio, granseola) e stomatopoda (canocchia).
- Carni di Molluschi. In particolare, di cefalopodi, bivalvi e gasteropodi
- Carni di Pesci
- Carni di Anfibi, es.: rane
- Carni di Rettili, es.: serpenti, coccodrilli, iguane
- Carni di Uccelli
- Carni di Mammiferi, in particolare, di cervidi e bovidi
- Carnoderivati: insaccati freschi (es.: salsiccia), insaccati cotti (es.: mortadella, cotechino)
- Carnoderivati fermentati: insaccati fermentati
- Uova di Molluschi, es.: uova di seppia
- Uova di Pesci, es.: caviale (uova di storione), bottarga (uova di cefalo o di tonno)
- Uova di Anfibi
- Uova di Rettili
- Uova di Uccelli
- Latti di Mammiferi, in particolare, di perissodattili, come latti di asine e cavalle, e di artiodattili, come latti di bufale, vacche, pecore e capre
- Lattoderivati diretti: panna, burro
- Lattoderivati cagliati: mascarpone e formaggi vari
- Lattoderivati fermentati: yogurt, creme fraiche e formaggi vari
GRUPPI DI CIBI PER MACRONUTRIENTI

una visione generale sulle diete
Riassumendo, abbiamo quattro opzioni di base a disposizione:
- Dieta con restrizione di energia.
- Dieta con restrizione del tipo di cibo: dieta algivora, dieta erbivora, dieta carnivora, dieta onnivora.
- Dieta con restrizione dei macronutrienti: dieta a basso contenuto di grassi e alto contenuto carboidrati (LFHC), dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto di grassi (LCHF) e dieta chetogenica, che è un sottotipo di LCHF.
- Dieta con restrizione del tempo: digiuno intermittente e digiuno prolungato.
All’interno del digiuno, come visto sopra, abbiamo due opzioni:
- Digiuno intermittente (IF) o TRE, Time-Restricted Eating: si mangia ogni giorno ma solo all’interno di una finestra temporale (fasting window : eating window): (12 :12); (14:10); (16:8); (18:6); (20:4); OMAD (One Meal A Day): Un pasto al giorno, ovvero: (22:2) o (23:1).
- Digiuno prolungato: 24 h, 36 h, OMEAD (One Meal Every Other Day): un pasto ogni due giorni, ovvero: (46:2) o (47:1), 72 h, 96 h, 120 h, … 168 h, … 240 h, … 336 h, … 504 h, …
È possibile mescolare queste opzioni di base nell’arco di una settimana o di un anno, per seguire le stagioni e le produzioni agricole locali.
Si può scegliere di inserire alcuni tipi di IF e di digiuno prolungato e creare uno o più schemi di una settimana, da ripetere per 4, 6, 8 o più settimane di seguito e variare tali schemi durante l’anno, per seguire le stagioni e le produzioni agricole locali.
Un'esperienza personale
Di seguito, riporto una mia esperienza personale della pratica del digiuno.
Da domenica 19/01/2020 – lo stato di emergenza per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19 fu dichiarato il 31 gennaio 2020 – a domenica 15/03/2020, ho praticato il seguente schema:
- fine pranzo alle ore 14:00 di domenica,
- digiuno ad acqua da qual momento fino alle ore 12:00 di mercoledì, quindi 70 ore di digiuno ad acqua;
- poi ogni giorno, da mercoledì a domenica inclusa, un solo pranzo tra le 12:00 e le 14:00 (OMAD), quindi 22 ore di digiuno ad acqua ogni giorno; durante quelle due ore potevo mangiare tutto quello che volevo, magari con un occhio ai carboidrati, ma senza contarli.
A ripensarci, furono otto settimane incredibili.
Risultato:
da 82 kg scesi a 70.50 kg, lo stesso peso che avevo verso i 17 – 18 anni, a fine liceo!
Ma, al di là del calo di peso, la cosa più importante fu che, in quel periodo, l’autofagia mi ripulì da dentro, da tossine, cellule malfunzionanti, cellule cancerose, materiali escreti da cellule cancerose, materiali rilasciati da cellule morte, mobilomi, virus, batteri, amoebozoa, microsporidi, e detriti cellulari.
.
LA MIA DIETA
Da un punto di vista dietetico, e sempre con maggior attenzione via via che invecchio, tendo a:
- ELIMINARE:
- tutti i cibi processati, al più tranne quelli processati ottenuti esclusivamente da processi fisici a temperatura e pressione ambiente che non stimolano la secrezione di insulina e a cui non sia stato aggiunto nessuna sostanza, come, ad esempio, l’olio d’oliva extravergine, che pur essendo un cibo processato, rimane un cibo salutare;
- tutti gli oli di semi, tutti quanti (soia, arachidi, ravizzone, colza, canola, girasole, cartamo, zucca, vinacciolo, mais, germe di grano, crusca di riso, cotone, papavero, sesamo, mandorle, noci), ivi compresi gli oli di semi di chia, canapa e lino, ancorché questi ultimi siano ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi omega-3 e a basso contenuto di acidi grassi polinsaturi omega-6; essi purtroppo contengono sempre una quantità di acidi grassi polinsaturi omega-6 troppo elevata per essere mangiati in quantità; e tutti gli alimenti che li contengono;
- tutti gli zuccheri (glucosio, fruttosio, galattosio, allulosio, …, saccarosio, lattosio, …), i loro sostituti naturali (esempi: miele, preparazioni a base di stevia, incluse le foglie fresche o essiccate, sciroppo d’acero, nettare di agave, sciroppo di yucca, monk fruit o luo han guo, zucchero di noce di cocco, pasta di datteri), gli alcoli di zucchero (esempi: sorbitolo, xilitolo, lattitolo, mannitolo, eritritolo e maltitolo) e, infine, a maggior ragione, i loro sostituti artificiali (esempi: HFCS, saccarina, aspartame, acesulfame K, sucralosio, neotame, advantame); e tutti gli alimenti che li contengono;
- tutti i latti, anche i formaggi tradizionali, incluso il mascarpone tradizionale (44% acqua + 47% grasso) e tutti i lattoderivati parzialmente scremati (low-fat); di questo gruppo, mantenere solamente:
- panna fresca (58% acqua + 35% grasso), e
- burro di panna (14% acqua + 83% grasso);
- tutti gli integratori alimentari e le sostanze nutraceutiche perché, anche se contengono virtualmente zero calorie, sono sempre da considerare cibi processati; e, infine,
- tutti i farmaci, solo dopo aver avuto l’approvazione del medico che li ha prescritti, perché, nella maggior parte dei casi, sono tesi al sollievo dal sintomo e non alla rimozione della causa della malattia, e presentano, quasi sempre, una moltitudine di effetti collaterali indesiderati. I medici e le case farmaceutiche dovrebbero essere tenuti al rispetto del primo comandamento medico: “primum non nocere”. Ma la valutazione rischi – benefici successiva permette di aggirare facilmente questo principio.
- RIDURRE a un giorno a settimana il consumo di:
- tutti i frutti (cariossidi) e i semi delle Poaceae (frumento, farro, spelta, segale, orzo, riso, mais, avena) e i loro derivati (fiocchi e farine), anche se siano stati fatti prima germogliare, essiccare e poi macinare in farine, o fatti fermentare, essiccare e poi macinare, o fatti germogliare, fermentare, essiccare e poi macinare, e tutti gli alimenti che li contengono.
- tutti i frutti (legumi) e i semi delle Fabaceae (fagioli, piselli, ceci, fave, lenticchie), a meno che non siano stati fatti fermentare (tempeh, miso, natto) e tutti gli alimenti che li contengono.
- AGGIUNGERE la pratica del digiuno nelle sue varie forme: intermittente o prolungato, ad acqua (water fasting); non ho mai provato il digiuno a secco (dry fasting).




“Una ad una, le persone si stanno svegliando al fatto che i cibi processati, contenenti grani, zuccheri e oli vegetali, nei nostri corpi agiscono come lenti veleni, portandoli insidiosamente lungo un sentiero di infiammazione cronica, obesità, dolore, fatica e disabilità. Rimuovendo queste sostanze infiammatorie e obesogeniche dalla nostra dieta, possiamo da subito cominciare a notare un miglioramento delle condizioni croniche fisiche e mentali.
…
Davvero, questi sono i cibi con cui imperatori e re hanno nutrito schiavi e prigionieri in tutti i tempi. Cereali, fagioli e oli di scarso valore terranno vivi gli schiavi e i prigionieri senza permettere loro di progredire.
…
Nonostante i risultati tanto propagandati dalla ricerca epidemiologica sui vantaggi della nutrizione basata sulle piante (plant based), un fatto rimane: i cibi animali nella dieta umana sono un requisito per uno stato di salute ottimale della persona.”
Ken S. Berry MD, author of Lies my doctor told me.
Sono un onnivoro, ma non bisogna mai dimenticare che sono un italiano e che, come moltissimi altri italiani, sono cresciuto a pane, pizza, pasta e fagioli, risi e bisi (piselli) e risotti di lenticchie; tutti cibi che amo.
Allora, cosa intendo per ridurre il consumo di Poaceae e di Fabaceae?
Intendo mangiare un piatto di riso e piselli o di pasta e fagioli al massimo una volta sola a settimana, in modo che per gli altri sei giorni della settimana il consumo di carboidrati e il relativo picco di insulina si mantengano bassi.
Quanti carboidrati al giorno?
Da metà Ottobre a metà Aprile, desidero mantenere i carboidrati sotto i 20 grammi al giorno, e quindi, come fonte di carboidrati, mangio solo insalate
- di asparagi verdi (Asparagaceae),
- di verdure a foglie verdi e colorate come radicchi, specialmente radicchi rossi precoci e tardivi di Treviso, lattughe e indivie (Asteraceae), cavoli di tutti i tipi, cavolo nero toscano, cavolo fiolaro di Creazzo, cavolo riccio, cavolo verza, cavolo cappuccio, crudi, cotti al vapore e fermentati, rucola e crescione (Brassicaceae), sedano (Apiaceae), valerianella (Caprifoliaceae), coste d’argento e spinaci (Amaranthaceae).
Quindi evito anche le tanto decantate granelle di quinoa e amaranto (Amaranthaceae) e di grano saraceno (Polygonaceae), le patate (Solanaceae) e le batate (Convolvulaceae), le zucche (Cucurbitaceae).
Solo una o due volte l’anno mangio le castagne (Fagaceae).
In pratica, in questo periodo mi nutro, per quanto possibile, con una dieta Low Carb High Fat, possibilmente chetogenica, con presenza di periodi di digiuno ad acqua intermittente e prolungato.
Da metà Aprile a metà Ottobre, al contrario, mi permetto di arrivare anche oltre i 120 grammi di carboidrati al giorno, per darmi modo di mangiare frutta a zero trattamenti, locale e di stagione – come loquat, fragole di bosco e fragoloni, ciliegie, albicocche, ribes, more di gelso, amoli, more di rovo, pomodori, pesche, meloni, angurie, pere, mele, fichi, susine, uva fragola, noci, melograni, kiwi, kaki, clementine, aranci e limoni – perché:
- i frutti, ottenuti con zero concimi chimici e con zero pesticidi, non sono solo acqua e zucchero, ma contengono anche una miriade di composti attivi benefici per il nostro metabolismo cellulare,
- il fruttosio presente nei frutti non produce nel nostro intestino (microbioma) endotossine come il fruttosio quasi puro presente nei cibi raffinati,
- il periodo da metà primavera a metà autunno è ricco di giornate di sole le cui radiazioni ci permettono di autoprodurre vitamina D la quale, a sua volta, interagisce positivamente nel metabolismo degli zuccheri della futta.
Una volta a settimana, posso anche optare di sostituire con frutta a zero trattamenti le poaceae e le fabaceae e, quindi, posso mangiare tanta frutta quanta ne desidero, e fra questa aggiungo anche frutti che sono considerati ortaggi come: pomodori, peperoni (Solanaceae), cetrioli, zucchini, meloni e angurie (Cucurbitaceae), senza contare i carboidrati.
In questo caso, come detto, rinuncio al piatto di poaceae e fabaceae.
In pratica, in questo periodo mangio una dieta bilanciata, vorrei dire di tipo mediterraneo se non fosse che la dieta mediterranea sembra l’abbiano inventata gli americani e, quindi, in realtà, forse non esiste una “dieta mediterranea”.
Infine, quando mi trovo con gli amici, tutti i buoni propositi spariscono e mangio come mangiano loro, ovvero senza ritegno!

Test di conferma 1 Gennaio 2022 a sessanta anni compiuti!

1 Gennaio 2022

1 Gennaio 2022

1 Gennaio 2022

1 Gennaio 2022
Prossimo Test di conferma il 1 Gennaio 2027, a sessantacinque anni compiuti.
Vaccinazioni e Malattie Autoimmuni
28/01/2022
Con la dichiarazione della pandemia da SARS-CoV-2, ho cominciato a leggere alcuni libri e articoli di pratica clinica sulle vaccinazioni e sui potenziali effetti secondari delle stesse a carico dei vari sistemi interdipendenti in cui è scomponibile l’organismo umano.
Uno dei sistemi più colpiti dalle vaccinazioni in generale è il sistema immunitario.
Ho allora notato una correlazione, cosa diversa da un nesso causa – effetto, tra la manifestazione della mia artrite e le vaccinazioni a cui mi sono sottoposto.
A parte tutte le vaccinazioni fatte quando ero piccolo, nel 2013, per recarmi in Perù, erano necessarie le vaccinazioni contro la febbre gialla e il tetano.
Mettiamo bene in evidenza la correlazione:
- il 19/08/2013 mi sottoponevo alle vaccinazioni: A/Febbre Gialla e DIF – TET;
- il 08/10/2013 mi sottoponevo a un primo richiamo Antitetanica;
- il 16/10/2013 partivo per il Perù;
- il 29/11/2013, dopo aver trascorso 14 gg a bordo dell’oceano Pacifico a fare kite-surf e 28 gg nella selva amazzonica a curare animali selvatici (tartarughe, scimmie, tapiri, pecari, ocelot, giaguari), tornavo dal Perù;
- il 04/07/2014 mi sottoponevo a un’altra vaccinazione di richiamo DIF – TET;
- a fine Settembre 2014, mentre ero a Kos (Grecia), alla fine di una corsa mattutina di 10 km lungo la riva del mare, mi si bloccava il ginocchio in posizione piegata di pochi gradi, con dolori lancinanti non appena appoggiavo il piede a terra;
- a metà Aprile 2015 mi recavo dal medico di famiglia che mi diagnosticava l’artrite.
Per il 2024 è previsto il richiamo decennale dell’antitetanica.
Sulla scorta di quanto letto in questi due anni in materia di vaccinazioni, penso che non sia il caso
- né di farmi le vaccinazioni anti Covid-19, malattia che penso di poter superare grazie a un sistema immunitario rinnovato e rafforzato dai digiuni ad acqua da 3 gg a 10 gg effettuati dal 2015 in poi, e dal cambio di dieta (vedi paragrafi precedenti);
- né il richiamo antitetano programmato per il 2024.
Come direbbe Zaia: “Ragionateci sopra!”